ASSEGNATO IL PREMIO ANDERSEN A SESTRI LEVANTE

ASSEGNATO IL PREMIO ANDERSEN A SESTRI LEVANTE

Alessandra Fella, tarantina trapiantata a Bolzano, classe ’73, è la vincitrice del 50°Premio Letterario Andersen. Al francese Alain Goy il premio Fiaba Straniera.

Una passione nata nell’infanzia e forse una sorta di predestinazione, che ha portato Alessandra Fella, nata nella città dei due mari a vincere il Premio Andersen a Sestri Levante, altra città dal doppio litorale. Titolo del suo lavoro “La guerra dei calzini”, “una fiaba veramente originale – recita la motivazione letta dalla Consigliera con delega alla cultura, Elisa Bixio- dal ritmo coinvolgente, scritta in maniera spiritosa, che, prendendo spunto da un piccolo problema quotidiano,  invita a riflettere sulle regole della convivenza civile e  supera gli stereotipi e le convenzioni.”

Per la sezione Fiaba Straniera è stato premiato Alain Goy, di La Veille Loye, Francia, che ha presentato un lavoro ispirato alle leggende antiche e al mondo del fantastico: “Le charme  aux trois ècus – Il carpino dai tre scudi”. Il Trofeo “Baia delle Favole” è andato alla riminese Michela Guidi che con il suo “Valblabla” ha affrontato il tema dell’origine e del senso del linguaggio.

Altri premi sono andati agli allievi delle scuole materne e primarie, mentre per la sezione “Ragazzi” la giuria ha premiato la giovane autrice milanese Silvia Misia Degiovanni e la sua favola “Il complesso di Dio”.

 

PREMIAZIONE 50^ EDIZIONE PREMIO H.C. ANDERSEN – BAIA DELLE FAVOLE

SABATO 10 GIUGNO 2017 – ORE 10 – PIAZZETTA MATTEOTTI

CONTRIBUTI 

MINISTERO TURISMO E SPETTACOLO

REGIONE LIGURIA

CAMERA DI COMMERCIO DI GENOVA

 

SPONSOR

COOP LIGURIA

ARINOX

IREN

SAP

 

SPONSOR TECNICI 

ATP e Associazione Albergatori di Sestri Levante

 

PATROCINI 

UNIVERSITA’ DI GENOVA

CITTA’ METROPOLITANA DI GENOVA

PARLAMENTO EUROPEO

 

SOSTENITORI / AMICI

MSF

CONSOLATO DANESE ONORARIO DI GENOVA

VISIT DENMARK

Sezione “SCUOLA MATERNA”

Fiaba Vincitrice:  La matita spuntata

                            Autore:   Scuola dell’Infanzia di Mignanego – Genova

motivazione: “la favola presenta spunti di vivacità e freschezza in un testo che si distingue per la capacità di trasmettere un messaggio educativo attraverso una metafora  nuova, suggestiva e coinvolgente.”

segnalata sezione scuola materna

 

Fiaba segnalata:  Pierino e Gustavo

Autore:  Scuola infanzia Ri Basso – Chiavari (GE)

 

motivazione: “la favola trasmette un messaggio positivo di accoglienza e di integrazione: l’ostilità dell’antagonista, attraverso la relazione con il fanciullo,  si trasforma fino a diventare affettuosa amicizia.”

Sezione “Bambini”

Fiaba vincitrice: Avventura tra i libri

Autore: Scuola Primaria Sorelle Sorario –  Loc.  Borgo Fornari – Ronco Scrivia

 

motivazione: “fiaba “aperta”, che si caratterizza per la complessità e l’originalità della struttura coinvolgendo il lettore fino a trasformarlo in protagonista che ne decide l’esito.”

segnalata  sezione bambini

 

Fiaba segnalata:  Il pesciolino bianco

Autore:       Scuola Primaria “Aldo Moro” – Costa Masnaga (Lecco)

motivazione:  “il valore dell’amicizia è il messaggio principale di questa fiaba: consente al protagonista di superare il grave trauma iniziale, facendogli riscoprire il senso della vita.”

Sezione “Ragazzi”

Fiaba Vincitrice:  Il complesso di Dio

Autore: Silvia Misia Degiovanni – Milano

motivazione: “una fiaba moderna dal ritmo “cinematografico”, scritta in prima persona e ricca di spunti legati all’attualità che si confronta con la contradditorietà dell’essere umano, dal finale sorprendente e dissacrante.”

segnalata  sezione ragazzi

 

Fiaba segnalata: La storia della rana che ha paura dell’acqua

Autore: Anna Luviè – Cava Manara (PV)

 

motivazione:  “tema di questa fiaba è l’amicizia fra diversi. La protagonista, attraverso l’incontro e l’aiuto reciproco, supererà le sue paure più grandi e si trasformerà a sua volta in “salvatrice.

 

Sezione “Adulti”

 

Fiaba vincitrice:       La guerra dei calzini

Autore:  Alessandra Fella – Bolzano

 

motivazione:  “una fiaba veramente originale,  dal ritmo coinvolgente, scritta in maniera spiritosa, che, prendendo spunto da un piccolo problema quotidiano,  invita a riflettere sulle regole della convivenza civile e  supera gli stereotipi e le convenzioni.”

 

segnalata  sezione adulti

 

Fiaba segnalata:  Quella di mezzo

Autore: Lorenzo Bassi – Reggio Emilia

 

motivazione: “ci si può perdere nel ritmo di questa fiaba spiritosa e particolare, che dileggia l’ottuso rispetto delle regole anche quando sono contraddittorie o dannose. Solo quando subentra lo spirito critico le protagoniste riescono ad assolvere il proprio compito.”

 

Fiaba in lingua straniera

 

Fiaba vincitrice:       Le charme  aux trois ècus – Il carpino dai tre scudi

Autore:  Alain Goy – La Veille Loye – Francia

motivazione: “La fiaba probabilmente ispirata ad una vecchia leggenda ci trasporta nel mondo di un antico mestiere, fonte inesauribile di magia.”

Trofeo “Baia delle Favole”

 

Fiaba Vincitrice:  Valblabla

Autore:  Michela Guidi – Rimini

 

motivazione “la fiaba affronta in modo brioso un tema impegnativo e affascinante quale l’origine e il senso del linguaggio,  proiettando sulle parole sentimenti e problematiche umane in un ambiente scolastico stimolante e sereno.”

 

ESTRATTI FIABE VINCITRICI E SEGNALATE PREMIO H.C. ANDERSEN 2017 

Sezione “Scuola Materna”

 Fiaba vincitrice: La matita spuntata << La tristezza raggiungeva il suo culmine alla fine della giornata, quando tutt’e le matite tornavano nel barattolo. I loro racconti la demoralizzavano ancora di più. C’era chi aveva costruito castelli, regine, fate, maghi, macchine, prati, fiori, cieli, mari, pesci.Si tappava le orecchie non riusciva più ad ascoltarle.>> Fiaba segnalata: Pierino e Gustavo << All’inizio la gente aveva un po’ di paura di quel lupo, ma poi , vedendo come era docile, come giocava con Pierino e con i suoi amici comincio’ ad avvicinarsi,ad accarezzarlo e ad amarlo.Così in poco tempo Gustavo divento’ il beniamino di tutti,dei piccini e anche dei grandi.Ancora oggi quando chiedono a Gustavo come abbia fatto a trasformarsi in quello che è risponde senza esitazione :” avere un nome,essere amati ed avere amici mi ha cambiato la vita! Provare per credere!” >>

Sezione “BAMBINI”

Fiaba vincitrice: Avventura tra i libri << ” Luca sei tu? Speravo tanto che qualcuno mi sentisse ” A quel punto riconobbe la voce: era quella di Marco il suo compagno di banco.“ma dove ti sei nascosto? ” chiese Luca un po’ seccato.“Hai deciso di giocare a nascondino? É tardi,a casa mi stanno aspettando ed io sono già in ritardo.”“Non sto giocando,credimi. Sono finito dentro un libro e non riesco più ad uscire.”>> Fiaba segnalata: Il pesciolino bianco << il pesce straniero pensò che il pesciolino bianco parlasse un’altra lingua e così rimase zitto continuando però a nuotargli accanto perché gli faceva compagnia.I due nuotarono insieme tanti e tanti giorni,sempre in tondo,sempre in silenzio.E tutti e due si abituarono uno al’altro e anche se non parlavano impararono a riconoscersi tra tutte le migliaia di pesci che popolano il mare,senza mai perdersi di vista,aspettando sue rincorrendosi delle correnti marine.Finché un bel giorno,il pesciolino bianco si fermò e guardando fisso il suo compagno gli raccontò la sua triste storia.>>

Sezione “RAGAZZI”

Fiaba vincitrice: Il complesso di Dio << Mi si appanna la vista, tutto diventa una macchia confusa. Sento Lucy e Sam.  ” Un pazzo malato” dice lei. ” Un pericolo pubblico ” continua lui” Va immediatamente ucciso.” asserisce lei.” Potremmo crocifiggerlo! ” suggerisce lui .Anche l’udito inizia ad affievolirsi.Lancio un ultimo sguardo ai monitor, al mio pianeta….” All’alba…. Chiama il boia…. complesso di Dio…”Buio. >>  Fiaba segnalata: La storia della rana che ha paura dell’acqua  << Appena l’ultimo pesce lo lasciò l’orso tornò a galla e, con molta fatica la rana lo trascinò vicino alla riva, gli saltò sulla pancia e, dopo un enorme sputacchio l’ orso si rianimò.Nel vedere la ranocchia bagnata disse : ” Sei entrata nell’acqua!? Per me ? Perché lo hai fatto?”  ” Perché sei mio amico e gli amici si aiutano! ” I due si abbracciarono e s’incamminarono. >>

Sezione “ADULTI”

 Fiaba vincitrice: La guerra dei calzini << Scommetto che sarà capitato anche a voi. E ai vostri genitori. E anche ai vostri nonni.No, forse ai vostri nonni no. Perché erano altri tempi, e allora le cose funzionavano in modo diverso. Dicevo… vi sarà certamente capitato prima o poi: aprite lo sportello della lavatrice, tirate fuori i panni lavati e iniziate a stendere. Pantaloni e brachette, magliette e maglioni, canottiere e mutande si allineano precisi e ordinati lungo i fili dello stendi panni . E poi….. poi arrivano loro : i calzini. Ed è propio qui che nascono i problemi…..La guerra dei calzini iniziò molto tempo fa in una grande fabbrica. >>  Fiaba segnalata: Quella di mezzo << La regina rinunciò a capire, ma si rese conto che le sette compari avevano trovato l’unica soluzione possibile.Quando le regole entrano in contrasto fra loro bisogna disubbidire alla meno importante.Quell’azzardo della formica di mezzo era prova di grande responsabilità. Andava premiata…..” L’unico tuo compito sarà quello di farle dormire alla sera, raccontando loro la vostra esplorazione. Sono sicura che nemmeno una arriverà sveglia al racconto del terzo marciapiede.” >> 

“FIABA IN LINGUA STRANIERA”

 Fiaba vincitrice: Il carpino dai tre scudi << Il tempo passò, l’albero crebbe e, durante la crescita, chiuse nel suo tronco la bolla di vetro. Dall’esterno non si poteva sospettare di questa insolita presenza. Tuttavia, una fenditura che l’albero non era riuscito a richiudere testimoniava ancora la presenza di questo corpo estraneo che la pianta conservava nel suo cuore come un tesoro.I narratori di questo paese dicono che la bolla di vetro andò a raggiungere il suo creatore in mezzo alla laguna di Venezia…… Ma chi può dire fin dove possono spingersi i sogni? >>  

“TROFEO BAIA DELLE FAVOLE”

Fiaba vincitrice: Valblabla << Un giorno, forse il mese scorso o forse qualche decina di anni fa, una bambina di prima elementare fece una domanda difficilissima alla sua maestra.  Sicuramente fuori pioveva e le gocce ticchettavano dolcemente sui vetri e quasi con certezza i piccoli alunni stanno ripetendo l’alfabeto ad alta voce.  ……” Maestra, ma come nascono le parole?  ”  chiese dunque la bambina, grattandosi le lentiggini sulla guancia sinistra. >>

 

LA GUERRA DEI CALZINI

Scommetto che sarà capitato anche a voi. E ai vostri genitori. E anche ai vostri nonni.
No, forse ai vostri nonni no. Perché erano altri tempi, e allora le cose funzionavano in
modo diverso. Dicevo… vi sarà certamente capitato, prima o poi: aprite lo sportello
della lavatrice, tirate fuori i panni lavati e iniziate a stenderli. Pantaloni e braghette,
magliette e maglioni, canottiere e mutande si allineano precisi e ordinati lungo i fili
dello stendipanni. E poi… poi arrivano loro: i calzini. Ed è proprio qui che nascono i
problemi. Perché a tutti sarà successo di ritrovarsi con dei calzini mancanti. E potete
cercarli ovunque: nella lavatrice, nel cesto della biancheria sporca, sotto il letto, sopra
l’armadio, nei cassetti. Vi assicuro che non li troverete. Perché sono vittime, caduti in
qualche battaglia di una guerra che da anni ormai si combatte in ogni casa: la Guerra
dei Calzini.
La Guerra dei Calzini iniziò molto tempo fa in una grande fabbrica. Due calzini, che
non potevano sopportarsi da quando erano semplici fili di lana, vennero accoppiati per
caso per far parte del medesimo paio. Da subito, iniziarono a litigare.
“Io sono di pura lana, tu sarai certamente un misto lana-acrilico!” “Siamo usciti dalla
stessa partita, per cui siamo fatti dello stesso materiale! Tu, piuttosto, sarai
certamente più pruriginoso di me, e vedrai che il nostro uomo non potrà sopportarti!”
“Non potrà sopportare me? E te, con quelle cuciture tutte storte? Vedrai… verrai subito
buttato nell’immondizia!” “E tu trasformato in uno straccio della polvere!”
Quei due calzini petulanti continuarono a litigare e litigare. E se dapprima lo fecero
solo tra di loro, quando finirono in uno scatolone pieno di coppie di calzini, iniziarono a
coinvolgere nelle loro discussioni anche i compagni. E quelli prima cercarono di
ignorarli, poi finirono per lasciarsi coinvolgere dalle sciocche e inutili beghe di quei
due.
“Guarda che bel colore vivace che ho io, e guarda invece te come sei sbiadito! Non
sembra anche a voi?” “Guarda i miei disegni, come sono perfetti! I tuoi, invece, sono
imprecisi e sbavati! Lo vedete anche voi, vero?” “Senti come sono morbido io! Invece
tu sei così ispido che mi dà addirittura fastidio starti accanto! Venite a sentire anche
voi!” “E tu? Hai un odore fastidioso già di tuo! Figuriamoci dopo che sarai stato
indossato! Lo sentite anche voi, vero?”
E tra le altre coppie di calzini, purtroppo, non sempre c’era accordo nelle opinioni.
Anzi, diciamo quasi mai. E questo, a lungo andare, finì per creare vere e proprie
fazioni schierate l’una contro l’altra. E più il tempo passava, più i gruppi diventavano
agguerriti. E più diventavano agguerriti, più nelle paia i calzini diventavano permalosi
e rissosi. E man mano che altri calzini finivano nella scatola, gli scontri e la polemica si
allargavano e inasprivano. Anche quando il paio di calzini che aveva dato il via al tutto
fu finalmente spedito a destinazione, nulla cambiò: la Guerra era ormai iniziata e nulla
si poteva più fare per correre ai ripari. E quelle poche coppie di pedalini che cercavano
di placare gli animi e riportare tutti a più miti consigli, venivano giudicati traditori della
causa e relegati in qualche angolo della scatola. Purtroppo poi, la voce della lotta
intestina iniziò a girare, e dalla prima scatola passò a quelle vicine, e poi a quelle più
lontane, dilagando infine in tutta la fabbrica. E dalla fabbrica ai magazzini. E dai
magazzini ai negozi. E dai negozi alle case. E fu proprio nelle case che la guerra iniziò
a diventare più cruenta. Nei cassetti, quando le etichette e i fili che li tenevano uniti
venivano tagliati, i calzini cercavano in tutti i modi di allontanarsi dai compagni. C’era
chi si ripiegava insieme a un calzino della stessa fazione, chi si mimetizzava tra i
collant, chi scivolava nei cassetti sottostanti cercando di confondersi con le cravatte.
Nei cassetti, però, finivano sempre per essere recuperati e riportati nella giusta
posizione. Poi, un giorno nefasto, i calzini scoprirono un luogo in cui poter scomparire
o far sparire i compagni indesiderati: la lavatrice. Iniziò quindi un guerra fatta non più
solo di frecciatine, scherzi e beffe, ma anche di azioni per eliminare in modo definitivo
i fastidiosi compagni. C’era chi faceva sparire il gemello: incastrato in qualche pertugio
della lavatrice, appallottolato nella piega di una guarnizione, infilato a forza nella tasca
di un pantalone. C’era invece chi adottava la strategia contraria: si nascondeva di
proposito in modo che, al momento della stesura del bucato, il calzetto spaiato finisse
per essere gettato via. E, di sparizione in sparizione, le case iniziarono a riempirsi di
calzini scompagnati che, perso il gemello, avevano come unica possibilità di restare
nascosti a logorarsi dimenticati dietro qualche cassetto. Perché l’alternativa era di
venire riciclati per usi poco nobili o finire nella pattumiera. Ma questo triste risvolto
della guerra nessun vecchio calzino lo rivelava alle nuove paia. Perché con l’andare del
tempo la rivalità e il risentimento avevano preso il sopravvento anche sul buon senso,
e gli anziani temevano che rivelando ai giovani la verità sulle conseguenze il conflitto
sarebbe finito.
Un giorno, però, in una lavatrice di colorati finirono due insoliti calzini: uno verde a
pois rossi, arancioni e gialli e uno a righe verdi, rosse, arancioni e gialle. Entrarono
insieme e fecero in modo da restare vicini vicini durante tutto il lavaggio. Nulla riuscì a
separarli: né il sapone che cercava di farli scivolare via lontani, né la centrifuga che li
sbatacchiava di qua e di là, né gli altri vestiti che tentavano di intrufolarsi tra di loro.
Alla fine del lavaggio, nell’attesa di essere tirati fuori, i due calzetti, sempre attaccati
ma finalmente rilassati, iniziarono a guardarsi intorno. E videro un altro pedalino che,
con tutte le proprie forze, tentava di incastrare il compagno in una stretta apertura sul
retro del cestello.
“Ehi, tu! Ma che combini?!?” “Cerco di far sparire questo scarto della società dei
Calzini!” “Ma sei matto?”
Il calzino si girò a guardare chi lo stesse apostrofando in quel modo, e quel momento
di distrazione permise al suo gemello di liberarsi.
“Grazie ragazzi! Mi avete salvato! Scommetto che siete anche voi dei Calzini Giusti!
Lui è dei Calzini sbagliati… per questo mi odia!” “Eh no, mio caro! Io sono dei Calzini
Giusti, e tu sei dei Calzini Sbagliati!” “Se tu sei dei Calzini Giusti, allora io sono dei
Calzini Giusti-Più Giusti!” “E allora io sono dei calzini Giusti-Più Giusti dei Più Giusti!”
“E allora io sono…”
La discussione andò avanti finché, entrambi infastiditi, non vennero ai fili, dandosele di
salta ragione. A quel punto gli altri due calzini intervennero: “Ma volete piantarla voi
due? Possibile che non vi rendiate conto di essere perfettamente uguali?!?”
Intanto intorno al quartetto si era raggruppato un nutrito e variopinto gruppo di paia
di calzini di ogni foggia e tipo, che ascoltava attento il battibecco.
“Perfettamente uguali? Ma non vedi che io sono blu a righe celesti e lui celeste a righe
blu?” “E non è la stessa cosa?”
I due contendenti si resero conto di non poter controbattere, ma non si diedero per
vinto.
“Guarda però come sono perfette le mie cuciture e come sono storte le sue!” “Anche
se fosse, non credo che il vostro uomo se ne sia accorto o che gli interessi. In fin dei
conti finite entrambi dentro a un paio di scarpe!”
I due rivali sobbalzarono: era vero! Intorno a loro i vari calzini, che prima si tenevano
distanti dai compagni, iniziarono a cercarli con lo sguardo.
“Io sono più morbido, lui più ispido e pungente!” “Sì, potrebbe essere… ma
considerato il fatto che siete dello stesso materiale la differenza sarà davvero
irrisoria.”
Anche quella considerazione era valida. Le altre coppie di pedalini iniziavano a
riappaiarsi.
“Però il piede che mi indossa è certamente più bello e profumato del suo!!!” “Scherzi?
È il mio ad essere più curato e odoroso!” “Nessuno di voi ha un ‘suo’ piede! Venite
indossati a casaccio, non avete certo un vostro lato fisso!”
I due calzini ammutolirono. Tutte le altre paia si erano intanto ricomposte, e ognuno
guardava il compagno con occhi amichevoli. Poi, illuminandosi all’improvviso, i due
calzini urlarono all’unisono: “Ma lui è diverso: è più chiaro di me!” e “Ma lui è diverso:
è più scuro di me!”
Nonostante fosse lievissima, una certa differenza nella brillantezza era reale e
inconfutabile: forse erano già così dalla nascita, forse erano stati i lavaggi, forse il
sole. Sta di fatto che i colori di uno erano leggermente più intensi di quelli dell’altro. I
due calzini erano realmente diversi.
“Lui diverso da te. Tu diverso da lui. Noi diversi da voi. Siamo tutti calzini! Tutti
diversi, eppure tutti uguali! E alla fine di una lunga giornata verremo tutti tolti e
gettati in qualche angolo. Guardate noi: siamo completamente diversi, non fosse per i
colori. Ed è proprio questa diversità a costituire la nostra forza. Vittime entrambi di
quest’inutile guerra, a lungo nascosti per non finire nella pattumiera, abbiamo infine
messo da parte i contrasti. Ci siamo uniti e abbiamo formato un nuovo paio, insolito e
pittoresco. E l’uomo un giorno ci ha guardati, ci ha rigirati un po’ tra le mani e ha
sorriso. E ci ha indossati, sfoggiandoci orgoglioso della nostra diversità. Mettete da
parte odio e intolleranza. Unitevi, e fate delle differenze un punto di forza, non la
ragione della vostra rivalità!”
Quel messaggio di pace e fratellanza lasciò il segno, nella comunità dei calzini di
quella casa, che smisero di litigare, e presero ad insegnare a tutti i nuovi arrivati ad
amarsi e sostenersi. E non solo! Ancora adesso, ogni volta che capita loro di incontrare
altre paia di pedalini, sotto i tavoli dei ristoranti, o nella ressa degli autobus, o di corsa
lungo la strada, cercano di trasmetterlo a tutti i calzini del mondo.
Ma allora, potreste chiedere, come mai nelle lavatrici i calzini continuano a sparire?
Beh… perché i calzini, sebbene la guerra sia finita, sono comunque rimasti un po’
dispettosi. E non c’è divertimento più grande, per loro, che guardare di nascosto le
nostre facce quando, mentre stendiamo il bucato, ci ritroviamo con un solo pedalino in
mano. Quindi non disperate: i calzini mancanti non si sono persi, ma solo imboscati
per farci uno scherzo. Fate finta di essere imbronciati e sorpresi e vedrete che quelli
salteranno fuori come per magia!

La Redazione