FESTIVAL DELLA LEGALITA’ E DELLE IDEE AL CASINO’ DI SANREMO

Quinta edizione del Festival della legalità e delle Idee al Casinò di Sanremo 25- 26-27 febbraio 2019 ore 10.30 e ore 15.30

Partecipano il dott. Gian Carlo Caselli, Paolo Borrometi, Giovanni Impastato, Jole Garuti, Fabio Balocco, Umberto Mondini, Donatella Alfonso, il dott. Alberto Lari,  la Dott.sa Grazia Pradella, la cantautrice “Lazero”, il cartoonist Tiziano Riverso, il Liber Theatrum, il cantautore Christian G.  e l’attrice  Valentina  di Donna  

 Quinta  edizione del Festival della legalità e delle Idee del Casinò di Sanremo, inserito nell’ambito della rassegna i “Martedì Letterari” del Casinò di Sanremo. Tre giorni, 25, 26 e  27  febbraio, contraddistinti dal tema “Ci sono loro ma ci siamo anche noi” una frase del Procuratore di Catanzaro dott. Nicola Gratteri che ben sintetizza “gli uomini della legalità”. Tre giorni che vedranno alternarsi sul palcoscenico del Teatro dell’Opera il dott. Gian Carlo Caselli, Paolo Borrometi, Giovanni Impastato, Jole Garuti, Alessandro  Antiochia,  Fabio Balocco, Umberto Mondini, Donatella Alfonso, il dott. Alberto Lari, Procuratore di Imperia, la Dott.sa Grazia Pradella, Procuratore Aggiunto. Completano e allietano  le giornate  il cartoonist Tiziano Riverso, il cantautore Christian G., l’attrice Valentina di Donna, l’attrice Loredana Martinez,  la compagnia Liber Theatrum.    Interviene il Presidente dell’Ordine dei Giornalisti della Liguria Marcello Zinola.

Moderano Claudio Porchia, Presidente del Centro Impastato di Sanremo e Marzia Taruffi.  Gli incontri sono stati inseriti  nel piano di Formazione dei Docenti e dei Giornalisti.

“Il Festival della Legalità e delle Idee ha raggiunto la quinta edizione. Un piccolo grande risultato che condividiamo con le istituzioni, che ci hanno fortemente sostenuto in questo progetto. Un grazie sentito a S.E. il signor Prefetto Dott.sa Silvana Tizzano, al Procuratore Adi Imperia Alberto Lari, alla Dott.sa Grazia Pradella, al Presidente del Tribunale Edoardo Bracco, al Dott. Roberto Cavallone, al provveditore Luca Maria Lenti a tutti gli insegnanti, che parteciperanno con i loro studenti.. Siamo orgogliosi di poter condividere con il Comune questo percorso che ogni anno coinvolge un numero maggiore di istituti scolastici e di esponenti della società civile. –Sottolinea Casinò Spa-“ E’ un momento di riflessione generale su cosa si intende per legalità quest’anno alla luce di una frase del procuratore Gratteri, che unisce chi si riconosce nelle idealità e nei valori che sono alla base della crescita sociale e del singolo.  Ancora grazie ai tanti protagonisti di questo Festival, la loro partecipazione è il miglior premio all’impegno profuso per continuare a far crescere  questo “punto di incontro” dove si rammistano musica, teatro, letteratura ma soprattutto voglia di confrontarsi e di ritrovare la ” misura dell’uomo”.”

Per il quinto anno consecutivo il Festival coinvolgerà le scuole provinciali e la società civile attraverso incontri, che inizieranno alle ore 10.30 e alle ore 15. 30, con scrittori, giornalisti, magistrati ma anche giovani cantanti e cantautori per riflettere ancora una volta sul significato sociale della  “Cultura della legalità.” Partecipa Giovanni Impastato, tra i fondatori di Casa Memoria Felicia e Peppino Impastato,  che rimarrà per tutti i tre giorni del Festival, portando la sua esperienza racchiusa nel suo libro “Oltre i Cento passi” (Piemme)    È la primavera del 1977 quando Peppino Impastato, insieme a un gruppo di amici, inaugura Radio Aut, una radio libera nel vero senso della parola. Da Cinisi, feudo del boss Tano Badalamenti, e dall’interno di una famiglia mafiosa, Peppino scuote la Sicilia denunciando i reati della mafia e l’omertà dei suoi compaesani. Una voce talmente potente che poco più di un anno dopo, la notte tra l’8 e il 9 maggio, viene fatta tacere per sempre. Ma pure questo è uno degli errori della mafia: pensare corto. Perché, anche se non era scontato, la voce di Peppino da allora non ha mai smesso di parlare, di lottare per la dignità delle persone, di illuminare la strada.

È una strada lunga, se si pensa che ancora oggi chi ha depistato le indagini sull’omicidio di Peppino ha fatto carriera, mentre chi invocava la verità non c’è più. Ma è una strada percorsa ormai da migliaia di persone.

Giovanni, fratello di Peppino, che ne ha raccolto il testimone, fa il punto della situazione delle mafie – e delle antimafie – in Italia, dall’osservatorio di Casa Memoria e del Centro Impastato, da quarant’anni in prima linea nella lotta alla criminalità organizzata.

 Umberto Mondini, pilota militare, docente universitario alla Pontificia Università Salesiana, Presidente del comitato di Cipro della Società Dante Alighieri  ci presenterà il sergente Musumeci di Palermo che dovrà attraversare il tunnel della mafia per cercare di salvare la sorella. Ne “La licenza del sergente” il Sergente Musumeci, di Palermo, è in missione in un teatro operativo e da settimane non riesce a mettersi in contatto con sua sorella. Preoccupato, chiede cinque giorni di licenza straordinaria. Giunto a casa scopre che sua sorella è morta investita da un’auto pirata, ma in una dinamica troppo strana. Insospettito si mette alla ricerca dell’investitore, infilandosi in un ginepraio di esecuzioni mafiose. Malgrado le peripezie si innamora, ricambiato, dell’amica di sua sorella. Scoperti i responsabili decide di farsi giustizia da solo e, solo per un caso fortuito, non finisce anche lui strangolato dalla piovra.

Il magistrato Gian Carlo Caselli affronterà con il suo nuovo libro:” C’è del marcio nel piatto (Piemme Edizioni)” gli interessi della malavita organizzata nell’agroalimentare, un  dopo al piovra strozza il migliore “made in Italy” . L’agroalimentare “tira”. Muove oltre 270 miliardi di euro e occupa 2,5 milioni di persone. È un pilastro dell’economia nazionale. Il principale fattore di traino è l’eccezionale appeal del made in Italy, un potentissimo ambasciatore di qualità ovunque nel mondo. E quel che “tira” logicamente “attira”, per le opportunità che offre, trovando soggetti senza scrupoli pronti a sfruttare, sofisticare, adulterare. Le conseguenze sono opacità, scorrettezze e veleni che ci ritroviamo a dover consumare e avallare senza saperlo.

Pur riconoscendo l’attenzione crescente riposta nel cibo buono, sano e giusto, questa autorevole e accurata indagine sul campo – condotta da Gian Carlo Caselli, oggi Presidente del Comitato scientifico dell’Osservatorio sulla criminalità nell’agricoltura e sul sistema agroalimentare, e da Stefano Masini, docente di Diritto Agroalimentare all’Università di Tor Vergata – denuncia l’esistenza di una vera e propria task force criminale, che allinea di volta in volta operatori prepotenti, spregiudicati e maliziosi, in grado di offendere i diritti essenziali alla salute e di deludere le lecite aspettative del consumatore in termini di gusto, natura e autenticità.

Eppure sconfiggere i draghi avvelenatori del cibo è possibile. C’è bisogno di conoscerli e stanarli per riporre al centro della nostra spesa ciò che vogliamo in termini di sicurezza e qualità.

 Il giornalista  Paolo Borrometi  con il suo “Un morto ogni tanto ” (Solferino)  presenta la sua coraggiosa denuncia di giornalista condannato a morte dalla mafia.  «Ogni tanto un murticeddu, vedi che serve! Per dare una calmata a tutti!» Nelle intercettazioni l’ordine è chiaro: Cosa Nostra chiede di uccidere il giornalista che indaga sui suoi affari. Ma questo non ferma Paolo Borrometi, che sul suo sito indipendente La Spia.it denuncia ormai da anni gli intrecci tra mafia e politica e gli affari sporchi che fioriscono all’ombra di quelli legali. Dallo sfruttamento e dalla violenza che si nascondono dietro la filiera del pomodorino Pachino Igp alla compravendita di voti, dal traffico di armi e droga alle guerre tra i clan per il controllo del territorio. Le inchieste raccontate in questo libro compongono il quadro chiaro e allarmante di una mafia sempre sottovalutata, quella della Sicilia sud-orientale. Il tutto filtrato dallo sguardo, coraggioso e consapevole, di un giornalista in prima linea, costretto a una vita sotto scorta: alla prima aggressione, che lo ha lasciato menomato, sono seguite intimidazioni, minacce, il furto di documenti importantissimi per il suo lavoro, sino alla recente scoperta di un attentato che avrebbe dovuto far saltare in aria lui e la sua scorta. I nemici dello Stato contano sul silenzio per assicurarsi l’impunità, e sono disposti a tutto per mettere a tacere chi rompe quel silenzio. Il primo libro di Paolo Borrometi è una denuncia senz’appello su un fenomeno ritenuto in declino e in realtà più pervasivo di sempre, da combattere anzitutto attraverso la conoscenza del nemico. Perché il potere della mafia, come diceva Paolo Borsellino, è anche un fenomeno sociale, fatto di atteggiamenti e mentalità passive contro cui l’unico antidoto è l’esempio della resistenza e della lotta.

Jo Garuti illustra il libro:”In nome del figlio Saveria Antiochia Una madre contro la Mafia (Melampo Editore) Partecipano Alessandro  Antiochia e  l’attrice Lordana Martinez che leggerà passi scelti del libro.  Il 6 agosto 1985 la mafia uccide a Palermo Roberto Antiochia, giovane poliziotto. Quel 6 agosto del 1985 cambia radicalmente la vita di Saveria, che nel nome del figlio, dedica ogni energia all’impegno antimafia e per far conoscere e diffondere i valori e gli ideali del suo ragazzo. Fu tra i fondatori del Circolo Società Civile di Milano, del Coordinamento antimafia di Palermo e di Libera. Nel 1990 venne eletta al Consiglio comunale di Palermo, ma la politica non era il suo mondo. Dal 1993 frequentò Sariano, un paesino del Polesine diventato quasi un’università popolare dell’antimafia per la caratura e la passione dei partecipanti ai dibattiti: magistrati, giornalisti, politici, semplici cittadini provenienti da tutta Italia. Con fatica fu presente a tutte le udienze dei processi per l’uccisione di Roberto e Ninni Cassarà e la sua testimonianza fu determinante. Non tollerava alcun cedimento dello Stato alla mafia, tanto meno l’ipotesi di una trattativa, ed era subito pronta a prendere la penna o il telefono per far sentire la sua voce fremente e la sua indignazione. Anche lei, come il figlio, decide di battersi per ottenere giustizia.

Il giornalista  Fabio Balocco presenta il libro :”Il  Mare privato (Altreconomia) Le coste italiane sono infestate dal cemento, per circa 3.300 km, oltre metà dei nostri litorali. Ma, non paghi di villette ed eco-mostri, gli speculatori hanno spostato le loro ruspe dalla costa fino ai lidi e al mare stesso: è il fenomeno dei “porti turistici”, eufemisticamente detti “porticcioli”.

A differenza dei porti, che sono pubblici e al servizio della comunità, i porticcioli sacrificano un bene comune sull’altare dell’interesse privato e della ristretta cerchia che può permettersi il “diporto”. Il business che sposa nautica e cemento
 è diffuso in tutta Italia ma in Liguria – quasi 24mila posti barca – è eclatante. 

La Giornalista Donatella Alfonso presenta il libro.” Uccidete Guido Rossa. Vita e morte dell’uomo che si oppose alle Br e cambiò il futuro dell’Italia  (Castelvecchi) Guido Rossa, operaio e sindacalista all’Italsider di Genova Cornigliano, iscritto al Pci, viene assassinato il mattino del 24 gennaio 1979, mentre sta entrando in auto per recarsi a lavoro. Secondo la colonna genovese delle Brigate Rosse, la sua colpa è stata di aver denunciato, tre mesi prima della sua morte, un compagno di lavoro scoperto a diffondere in fabbrica volantini brigatisti. Da quel momento cominciano la solitudine di Guido e i troppi misteri.

Il momento dedicato al teatro è per mercoledì 27 febbraio alle ore 10.45 la compagnia Liber Theatrum presenta   ”Italiani brava gente,”  per la regia di Diego Marangon.

Italiani brava gente si dice. Ma è sempre stato così? Un viaggio a ritroso nella storia d’Italia per capire e scoprire cosa successe nel nostro paese all’indomani della promulgazione delle leggi razziali nel settembre del 1938, tra indifferenza e complicità”. ( teatro gratuito per le scuole)

L’attrice  Valentina Di Donna parteciperà alle tre giornate e interpreterà  “Nelle parole di una madre”    “Ci sono loro, ma ci siamo anche noi!”

 Interviene musicalmente il cantautore  Christian G. e la cantautrice  “Lazero” finalista a Sanremogiovani.

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Programma

Lunedì 25-martedì 26  mercoledì 27 febbraio 2018  

Festival della legalità e delle idee in collaborazione con i magistrati Dott. Alberto Lari Dott.sa Grazia Pradella e Dott. Roberto Cavallone e con Giovanni Impastato e Claudio Porchia – Centro Peppino Impastato Moderatori Claudio Porchia e Marzia Taruffi

Ore 10.30  scuole ore 15.30 Società civile. Ingresso libero sino ad esaurimento dei posti disponibili

Lunedì 25 febbraio  Ore 10.30 – 15.30
10.30 Inaugurazione Christian G 

Ore 10.30- 15.30 Giovanni  Impastato presenta il libro Oltre i cento passi (Piemme)

11.30 Valentina di Donna 
“Nelle parole di una madre”  
 

Ore 15.30 Umberto Mondini presenta il libro:” La licenza del sergente ( Edizione Cultura)

Martedì  26 febbraio
10.30 Christian G   
Ore 10.30 e ore 15.30 Partecipa Giovanni Impastato 

Dott. Gian Carlo Caselli presenta il libro: C’è del marcio nel piatto (Piemme Edizioni)
11.30 Valentina di Donna  
“la mafia non esiste!” 

ORE 15.30 LA ZERO “NINA è BRAVA

Ore 15.40 Paolo Borrometi presenta il libro “Un morto ogni tanto” ( Solferino)

Mercoledì 27 febbraio

Mattina 
10.30 LA ZERO “NINA è BRAVA”
10.45   ”Italiani brava gente, si dice. Ma è sempre stato così? Un viaggio a ritroso nella storia d’Italia per capire e scoprire cosa successe nel nostro paese all’indomani della promulgazione delle leggi razziali nel settembre del 1938, tra indifferenza e complicità”. ( teatro gratuito per le scuole)

ore 15.30  Christian G.
Jo Garuti presenta il libro:”In  nome del figlio Saveria Antiochia Una madre contro la Mafia (Melampo Editore) Partecipa Alessandro  Antiochia, e  l’attrice Lordana Martinez che leggerà passi scelti  del libro.

 ore 16.30  Valentina Di Donna 
“ci sono loro, ma ci siamo anche noi!”
Fabio Balocco presenta il libro :”Il  Mare privato (Altreconomia)

Donatella Alfonso presenta il libro.” Uccidete Guido Rossa. Vita e morte dell’uomo che si oppose alle Br e cambiò il futuro dell’Italia  (Castelvecchi)