BORDIGHERA – TEATRO DELLA TOSSE “I GIUSTI” UN CASO DI COSCIENZA

 

IL FINE GIUSTIFICA I MEZZI?

 

Sala gremita alla rappresentazione del dramma di Camus “I giusti”. Scenografia essenziale: su sfondo bianco una gabbia in struttura metallica che è, a seconda dei momenti, sede dei rivoluzionari socialisti, prigione e patibolo.

Nella Mosca al principio del novecento quattro uomini e una donna discutono della sorte di un arciduca, progettando un attentato. La classe sociale a cui appartiene l’Arciduca  è simbolo di ingiustizia, per questo dev’essere ucciso. Sono i congiurati  giustizieri o assassini? Quale il confine che separa le due categorie? Monologhi e dialoghi si alternano tra Annenkov, Voinov, Dora, Stepan. Loro mettono in luce i dubbi, le contraddizioni e le certezze di chi ama la vita e sacrifica la propria , sapendo che la rivoluzione ha dei limiti non valicabili e chi, la vita, la odia perché è l’ingiustizia che l’ha roso al punto che nulla deve frapporsi al fine rivoluzionario.

La giustizia in terra è cosa da umani, Dio può essere messo da parte e il personaggio Ivan Kaliayev (Gianmaria Martini)  credente non praticante, alla “grazia” degli oppressori che gli salvano la vita ma che posiziona  su piani diversi l’ “idea” la “persona”, costringendolo a riconoscere l’errore della strategia rivoluzionaria, preferisce la morte. Una  sorta di laica espiazione che consacra la scelta iniziale, l’amore per Dora e la lealtà ai compagni.
Intensa la recita degli attori, che hanno saputo trasmettere ad un pubblico attento  le emozioni profonde del travaglio delle coscienze.

Regia di Emanuele Conte.

Attori del Teatro della Tosse.

Di Mariagrazia Bugnella