BORDIGHERA, LA TOSSE A PALAZZO CON “ADAGIO”

18 aprile, ore 21.00

LA TOSSE A PALAZZO

Seconda stagione

ADAGIO

produzione Fondazione Luzzati-Teatro della Tosse – di Emanuelle Delle Piane regia Elisa D’Andrea, Yuri D’Agostino e Elisabetta Granara.

“La nuova produzione Tosse per ridere della morte… o almeno sorriderne.”

ADAGIO

Di Emanuelle Delle Piane

Traduzione Marco Cappelletti e Emanuelle Delle Piane

Regia Yuri D’Agostino, Elisa D’Andrea, Elisabetta Granara

Scene Paola Ratto

Con Sara Cianfriglia, Mauro Lamantia, Aldo Ottobrino, Sarah Pesca

Produzione Fondazione Luzzati – Teatro della Tosse

Adagio è un testo inedito della drammaturga svizzero-francese Emanuelle delle Piane,  il debutto al Teatro della Tosse costituisce la prima rappresentazione assoluta di una sua opera in Italia.

Adagio è composto da nove “drammetti” ispirati ad altrettanti adagio musicali per analizzare, sdrammatizzare ed esorcizzare la morte.

Lo spettacolo è diretto da tre diversi registi: Elisa D’Andrea, Yuri D’Agostino ed Elisabetta Granara, che hanno alle spalle storie molto diverse tra loro.

Ogni regista dirigerà tre “drammetti” guidando l’interpretazione dei quattro attori, Sara Cianfriglia, Mauro Lamantia, Aldo Ottobrino e Sarah Pesca, che saranno impegnati sul palco per l’intera durata del testo.

Nasce così uno spettacolo unico con tre punti di vista originali e personali.

In questi nove episodi si parla delle miserie e delle virtù dell’essere umano, delle aspettative, delle delusioni e dei rapporti intimi, che costellano l’esistenza di ogni uomo fino al confronto finale con la morte.

Il registro utilizzato in questi “quadri” cambia, influenzato dalle scelte dettate dalle diverse  sensibilità dei registi e passa dai toni più realistici a quelli più surreali.

I personaggi sono sempre in bilico tra la concretezza della realtà, espressa dalla parte più razionale delle loro esistenze a l’assurdità e il grottesco dei loro pensieri e sogni più nascosti.

Per i quattro attori di Adagio, sarà una sfida nella sfida entrare in sintonia con il gusto e le diverse sensibilità dei registi.

Gli attori daranno vita di volta in volta ai personaggi che si avvicenderanno sul palco alternando registri interpretativi diversi che vanno dalla prosa al varietà.

Incontreremo la coppia innamorata davanti alla tomba dei genitori di lui, le rockstar Madonna e Michael Jackson icone della spensieratezza pop, qui in vesti di fantasmi invadenti, oltre a citazioni cinematografiche come quella del ballo caraibico di Jim Carrey e Cameron Diaz in The Mask o altri legati alla tradizione delle commedia italiana.

Si analizzeranno le dinamiche sociali e come dinanzi alla morte, gli squilibri e i rancori del quotidiano spesso vengono allo scoperto rivelando il lato peggiore delle persone.

Il testo di Emanuelle Delle Piane parla di morte, che allegria! Viene da pensare. Ma se della morte non si può ridere almeno si potrà sorriderne.

Si parla della propria morte, o di quella di conoscenti o persone care. È l’evento a cui pensiamo spesso. Quello di cui si parla qualche volta, spesso sì, spesso no. Anche troppo. La morte. Lei, l’intrigante che per mille piccoli motivi, tormenta o semplicemente inquieta i coraggiosi ancor belli vivi. La morte è di lei, la misteriosa, di cui ci si interrogherà in ciascuna storia.

La morte che tormenta, preoccupa, che fa discutere o semplicemente arriva. Alla morte c’è chi si prepara, chi l’aspetta, chi la riceve volontariamente.

C’è anche chi la organizza con metodo quando è ancora vivo e vegeto.

Il drammetto – scrive l’autrice – è una parola che non esiste (in francese), ma che ho inventato per l’occasione.

In drammetto c’è la parola dramma, ovviamente a cui è stato aggiunto “etto”;  la serietà che molto spesso avvolge questo temine , è attenuata da questi stessi aspetti patetici o tragici a cui sono legati.

Più chiaramente, il drammetto è un dramma che deve essere preso alla lontana”.

Questi drammetti sono stati elaborati in base alla musicalità dei differenti adagio, e di quello che mi hanno suggerito per la stesura del testo, ma in nessun caso, sono una prerogativa per la messa in scena.

L’autrice sottolinea anche che “Adagio è un termine musicale correntemente usato per indicare un movimento lento, “adagio” che in fatti significa “con calma”, lento.

Il tempo, da solo, non è un elemento che basta a (determinare) il carattere generale di un pezzo. Un adagio può essere, calmo o sereno, mosso o profondo.

Può essere una dimensione davvero sinfonica come un movimento estratto da un’opera più importante, o un pezzo che basta a se stesso, come… un pezzo della scena di una performance teatrale”

Note di regia

Yuri D’Agostino

“La Morte è un’amante paziente, che sa farsi desiderare e che sa aspettare. Non ha fretta. A volte ha foga, ma fretta mai. Ha un posto nel suo cuore per ognuno di noi e, a volte, trova posto nel nostro. Lavorare su questi ‘drammetti’ per me è stato come vedere la nostra vita dal Suo lato dello specchio: un breve ironico intervallo prima e dopo l’eternità”

Elisa D’Andrea:

“I nove “drammetti” che compongono Adagio trattano tutti il tema della morte. Lo fanno in modo ironico, a volte assurdo e grottesco, con il gusto di certe commedie di genere francesi, strizzando l’occhio qua e là alla commedia all’italiana.

A me la morte non ha mai fatto ridere, ed ho sempre assecondato una vena personale piuttosto cupa e pesante riguardo l’argomento, quindi l’opportunità di lavorare su questo testo mi ha costretta a fare un grande sforzo per cancellare tutto quello che mi ero immaginata avrei fatto e scritto, essendo anche autrice, se mai avessi toccato questo tema. Il risultato è stato che abbiamo riso moltissimo, come si fa spesso per l’imbarazzo di essere ancora vivi, concedendoci attimi di follia puramente visiva, e ci siamo raccolti, passando dall’intima riflessione, alla presa di coscienza che alla fine rimaniamo sempre soli e nudi di fronte alla morte.

A fare i conti, con noi stessi.”

Elisabetta Granara

“A scuola ci avevano insegnato a dipingere i sassi. Il bello non era tanto colorare la pietra, ma piuttosto cercare nella sua forma l’oggetto che sarebbe diventata. Fu una specie di educazione primaria all’interpretazione. Per “Adagio”, io che di solito scrivo, recito e dirigo i miei spettacoli, ho seguito lo stesso procedimento: c’è un testo già scritto, ci sono degli attori che non conosco. In quello che loro sono, devo cercare quello che diventeranno e dipingerlo con i miei colori.

La morte non mi fa ridere. Col mio sasso dipinto voglio ricordarci che noi umani, di fronte alla morte, come in tante altre circostanze, possiamo essere molto paurosi, apertamente avidi, inconsapevolmente anaffettivi e palesemente stronzi”

BIOGRAFIE

Emanuelle Piane

È  una drammaturga nata a La Chaux-de-Fonds, ha nazionalità svizzera e italiana. Ha insegnato presso l’Université Paris-Sorbonne (Paris IV) e tiene regolarmente corsi di scrittura rivolti a professionisti e insegnanti. Affermatasi dapprima nel Teatro Ragazzi, è ora nota e rappresentata in Europa e in Nord America.  Lo spettacolo Adagio al Teatro della Tosse costituisce la prima rappresentazione assoluta di una sua opera in Italia, mentre la pubblicazione di quattro suoi testi teatrali è prevista presso l’Editrice Aracne (Roma, 2014) a cura di Marco Cappelletti e diGianni Poli. Nel suo Teatro: Le Tiroir suivi de L’Armoire, 1997 (trad. it. di Marco Cappelletti). Interviews, 1998. La Monstre, 2000. Les Sœurs bonbon, 2008 (trad. it. di Gianni Poli) Amours chagrines ou L’École de la vélocité, 2010. Adagio (2006), in Pièces, ivi, 2010 (trad. it. di Marco Cappelletti). À-Dieu-Vat (2006), 2010 (trad. it. di Gianni Poli). Les Enfants de la pleine Lune, 2011 (trad. it. Di Simona Polvani). Lhom, 2012.

Yuri D’Agostino

Regista e attore genovese.  Si diploma al teatro Stabile di Torino nel 2006 dove ha tra i suoi maestri, Bruce Myers,Franca Nuti, Mauro Avogadro, Ferruccio Soleri e ha la possibilità di partecipare a spettacoli con Massimo Popolizio, Franco Branciaroli e lo stesso Bruce Myers. Ugualmente affascinato dal lavoro approfondito sul testo e dal corpo dell’artista come mezzo creativo, già a Torino si interessa alla regia e al rapporto tra attore, regista e testo. Oltre a portare avanti progetti con la compagnia di cui fa parte, il Mulino di Amleto, comincia la sua collaborazione con il Teatro della Tosse nel 2008 come attore e in seguito anche come assistente alla regia. Da alcune stagioni è docente nei corsi di teatro della Tosse. Ha contribuito in parte alla nascita del progetto ‘Cantiere Campana’.

Elisa D’Andrea

Regista-autrice. Collabora con Emanuele Conte in qualità di assistente alla regia per gli spettacoli “Alice nellaCasa dello specchio” che riprende adattandolo per ragazzi; e “Il solitario, ovvero che inenarrabile casino”. Da alcune stagioni conduce sempre con Emanuele Conte ed Enrico Campanati il laboratorio di recitazione del Teatro della Tosse e quello di drammaturgia “note in margine a una tovaglietta”.

È ideatrice e regista di Cabaret Burlesque.  Nella stagione 2012/2013 viene messa in scena La regola del gioco la sua prima drammaturgia. È autrice insieme a Emanuele Conte degli spettacoli Sogno in una notte d’estate eMasque di Capodanno. È inoltre autrice e regista di spettacoli rivolti all’infanzia tra cui ricordiamo Branciforte, coniglietto pop up.

Elisabetta Granara

Nata a Genova, opera tra Genova, l’entroterra e città sparse nel nord Italia. Attrice laureata in Teoria della Letteratura con una testi sul romanzo di mare. Fonda Il Gruppo di Teatro Campestre nel 2008 e cura tutti gli aspetti della compagnia, dalla promozione all’organizzazione, alla produzione degli spettacoli. I suoi spettacoli come regista e co-autrice sono “Un fischio, samba, morte” (2011), Medaglia del Presidente della Repubblica al Premio Nazionale Giovani Realtà del Teatro di Udine, e “Civediamoaldìperdì”, Selezionato al Festival Play With Food III, Vincitore del

concorso Teatropianeta 2012, finalista al Premio Scintille, e “I Mole People” (2013). È direttrice artistica del festival teatrale Rural Indie Theatre, giunto nel 2013 alla sua quinta edizione, per cui collabora con l’Associazione Disorder Drama di Genova. Nel 2012-13 ha collaborato con il Teatro delle Albe di Marco Martinelli nella non-scuola di San Felice sul Panaro (MO), ha presentato in semi-finale al Premio Scenario il progetto “Amami baciami amami sposami”. Nel 2014 debutterà come regista in “Adagio”, una produzione del Tosse della Tosse, e con il nuovo spettacolo del Gtc “Amami, baciami, amami, sposami”.

Ha studiato, tra gli altri, con Maria Grazia Mandruzzato, Marco Martinelli, Danio Manfredini, Thomas Richards Mario Biagini.