SANREMO, SAGGIO DIDATTICO ALL’ACCADEMIA DI BELLE ARTI (VIDEO)

Settimana d’esami di profitto e di laurea per gli studenti dell’Accademia di Belle Arti di Sanremo che tirano le somme di un anno di studio e di lavoro in cui hanno applicato le conoscenze acquisite producendo elaborazioni personali nelle diverse discipline che caratterizzano i piani di studio dei Corsi di laurea in Pittura, in Architettura d’interni e design e in Grafica e Illustrazioni

Le realizzazioni spaziano dai disegni alle planimetrie di architettura d’interni eseguite a mano e con i più sofisticati software specialistici, alla progettazione e costruzione materiale di moduli d’arredo, al campionario grafico destinato all’editoria, alla pubblicità, al commercio e ancora all’illustrazione, al fumetto alla decorazione eccetera.

Durante la tornata d’esami ha sostenuto la prova finale Chiara Fedele discutendo la tesi “L’orto di casa” attinente alla storia del design. Si tratta di un curioso itinerario  che coniugando storia e attualità perviene a proposte riguardanti il prossimo futuro sul ruolo del “maestro d’arte” cioè di quella figura professionale che nel corso dei tempi da artigiano si è trasformato gradatamente in un vero e proprio professionista che all’attitudine creativa e manuale ha aggiunto un buon bagaglio di conoscenze sia culturali in senso lato che tecnologiche che gli permettono di realizzare risultati di grande qualità.

Il filo conduttore della tesi di Chiara Fedele è la costruzione pianificata di una risposta alla domanda drammatica  che oggi soprattutto i giovani si pongono : è possibile trovare un’occupazione, mettere a frutto le competenze acquisite, gli studi seguiti ? Chiara con il suo lavoro perviene ad una risposta incoraggiante : oggi è certamente più difficile di ieri, ma gli spazi ci sono per chi abbia la buona volontà e le competenze professionali e in quest’ottica  chi ha seguito un corso di laurea accademico è fornito di una scorta articolata di capacità operative che lo mettono al riparo di tante insidie che minano il mercato del lavoro. Supporti che gli permettono di applicarsi con flessibilità alle più diverse situazioni, non ultima quella di “inventarsi” una professione interpretando le necessità del momento e questo può addirittura consentire di svolgere la professione a casa propria. Da qui il titolo della tesi “L’orto di casa” che vuole appunto alludere alla possibilità di recuperare una dimensione a portata di mano e sfruttarla positivamente facendone occasione di gratificazione e di profitto. Ma la proposta vuole anche essere una ricetta di strategia economico-produttiva : l’orto di casa si ispira ad una concezione professionale che fa dell’artigianato, quale alternativa all’industrializzazione, l’elemento di spicco che garantisce la qualità e l’ eccellenza dei prodotti curati e realizzati a mano. Una dimensione che vale la pena di considerare con attenzione e fiducia  non solo come proposta occupazionale ma principio etico di valorizzazione delle capacità umane  e nel contempo di rispetto  della natura e dell’ambiente con i quali l’artigiano si è  sempre trovato in armonia.

La redazione