“SA(N)REMO LETTORI” LA CULTURA TORNA PROTAGONISTA

“Sa(n)remo Lettori!”: la cultura torna protagonista

con grandi autori al Teatro Ariston e a Villa Nobel.

 Il via sabato 20 novembre

Una viva ripresa della cultura nel cuore di Sanremo: è il progetto “Sa(n)remo Lettori!” in programma da novembre a gennaio 2022 con ospiti tra i più prestigiosi del panorama letterario contemporaneo, ideato e curato dalla professoressa Francesca Rotta Gentile eproposto dall’assessorato alla cultura guidato da Silvana Ormea.

Si prevedono 5 incontri con grandi autori il sabato pomeriggio al Teatro Ariston e a Villa Nobel con la modalità dell’intervista, fruibili gratuitamente da cittadini, turisti e dalle classi degli istituti coinvolti, con la funzione di ricomporre lo schema dei valori richiamando la riflessione sui grandi temi dell’esistenza e sui principi fondanti della vita, attraverso le parole di scrittori e giornalisti di oggi:

Cristina dell’Acqua (sabato 20 novembre),vicepreside del Collegio San Carlo di Milano, da sempre appassionata di sperimentazione didattica, si è specializzata in Arts Integration ad Annapolis, USA.

Annarita Briganti (sabato 27 novembre),giornalista culturale per “Repubblica” e  “Donna Moderna”, scrittrice, traduttrice

– Dacia Maraini (sabato 11 dicembre), vincitrice del Premio Strega e Premio Campiello, candidata al Premio Nobel per la Letteratura

Hafez Haidar (sabato 15 gennaio), poeta libanese candidato Nobel per la Pace

– Matteo Nucci (sabato 22 gennaio), finalista al Premio Strega

Previste letture a cura di Eugenio Ripepi. Nato artisticamente come attore di prosa, ha insegnato in vari istituti come docente e cultore della materia di Storia del Teatro e ha diretto diversi allestimenti, ricoprendo anche il ruolo di direttore artistico di stagioni teatrali e musicali di livello nazionale. E’ attore, regista, scrittore, cantautore con esperienze tra palcoscenico e cinema.

Gli incontri sono gratuiti e riconosciuti come formazione docenti per ogni ordine e grado, inseriti dal Liceo Cassini di Sanremo sulla piattaforma SOFIA (codice 66427)

A seguito della sospensione delle attività a causa dell’emergenza sanitaria Covid-19 – commenta la professoressa Rotta Gentileabbiamo voluto dare un forte segnale con incontri di alto livello, che si offrono come percorsi dedicati alla comunità, collocati al di fuori della stagione turistica tradizionalmente intesa, con l’intento anche di destagionalizzare i grandi eventi. Gli incontri sono aperti a tutti, compresi gli studenti e prevedono spazi di condivisione e commento interattivo proprio con le classi coinvolte, anche tramite la mediazione dei docenti. Abbiamo inoltre pensato di dare maggiore centralità ai bellissimi testi degli autori grazie al coinvolgimento di un attore professionista molto bravo che darà vita a letture recitate, regalandoci così la possibilità di apprezzare ancora di più i brani. Ringrazio il Comune di Sanremo per la sensibilità dimostrata e tutti coloro che, a vario titolo, supportano questo progetto, come il Teatro Ariston, Villa Nobel, l’Hotel Lolli”.

E’ un bellissimo progetto – conclude l’assessore Ormea che evidenzia ancora una volta la sinergia tra Comune, scuola, giovani, famiglie ma anche la collaborazione con prestigiose istituzioni culturali e le più importanti case editrici. La partecipazione di autori di livello nazionale e internazionale ci permette di conferire alla nostra città un’immagine decisamente positiva dal punto di vista culturale”.

CALENDARIO E AUTORI

Sabato 20 novembre, ore 16.30, Teatro Ariston, Sala Roof

Incontro con Cristina dell’Acqua

Presenta il libro “Il nodo magico. Ulisse, Circe e i legami che rendono liberi” (ed. Mondadori). Modera l’incontro Patrizia Milanese, docente del Liceo Cassini di Sanremo. Con Francesca Rotta Gentile

Cristina dell’Acqua: laureata in lettere classiche all’Università degli Studi di Milano, insegna latino e greco ed è vicepreside del Collegio San Carlo di Milano. Da sempre appassionata di sperimentazione didattica, si è specializzata in Arts Integration ad Annapolis, USA. È coautrice di “Il futuro è antico. L’uso del teatro classico nell’educazione e nella formazione” (2011) e autrice di “Una Spa per l’anima. Come prendersi cura della vita con i classici greci e latini” (Mondadori 2018). Da diversi anni è organizzatrice di incontri di lingua e cultura greca per adulti appassionati.

 Cristina Dell’Acqua torna a sondare il mondo classico a caccia di domande e risposte che illuminino anche il nostro presente.

«In questo nuovo viaggio ci guideranno la fantasia di Omero, le donne, gli amici, le anime che Ulisse incontrerà e il nodo intricato e magico, che scopriremo legato a doppio filo a noi. Per ricordare, oggi e sempre, che nei legami è riposta la nostra libertà.»

Possono i legami renderci liberi? Sì, se sono fatti di nodi magici, direbbe Omero. Per pochi istanti, in pochi versi dell’Odissea, Omero ci presenta un vero nodo ed è quando Arete, madre di Nausicaa e regina dei Feaci, dona a Ulisse, prima del suo ultimo viaggio verso Itaca, uno scrigno pieno di tesori e lo prega di legarlo saldamente con un nodo. Quello che Ulisse esegue è un nodo che gli ha insegnato molti anni prima la maga Circe. C’è quindi da scommettere che si tratti di un nodo magico. Il nodo di Circe non è un nodo qualsiasi, è femminile, perché si scioglierà grazie alle donne incontrate, è desm ò s , dal verbo deo che significa legare, poikilos , complesso, come è la vita, colorato, variopinto, come sa renderlo la maga. Il nodo è l’essenza dei legami profondi. È una saldatura, invisibile. Ci tiene stretti all’altro ma non è prigione. I legami veri non possono che essere un dono di libertà, di cura, di attenzione, di ascolto dell’altro. Questo libro parla dunque di Ulisse e dei suoi legami. Nel suo lungo viaggio di ritorno da Troia, è uomo vittorioso, ma solo. Non più un eroe ma un naufrago. Il senso e la direzione non sa più dove siano. Saranno alcuni incontri speciali ad aiutarlo a ritrovare una forza che non è scritta in nessuna guerra. Nausicaa, Circe, Calipso, Penelope, Anticlea, Atena sono le figure che lo guidano in un percorso che non è solo un ritorno a casa ma una sorta di mappa della sua educazione sentimentale. Il ritorno di Ulisse è costruito sui nodi dell’amore, dell’amicizia e dell’ospitalità ma anche del dolore e della nostalgia, fondamenta indispensabili per la ricostruzione della memoria di chi è stato e di chi diventerà. Al pari di Ulisse, tutti noi siamo le nostre relazioni.

Sabato 27 novembre,  ore 16.30, Teatro Ariston, Sala Roof

Incontro con Annarita Briganti 

Presenta il libro:“Coco Chanel. Una donna del nostro tempo” (Cairo, 2021).

Modera l’incontro il prof. Fabrizio Vincitorio docente di lettere al corso SISTEMA MODA dell’Istituto Colombo di Sanremo. Con Francesca Rotta Gentile.

Annarita Briganti è giornalista culturale per “Repubblica” e “Donna Moderna”, scrittrice, traduttrice. Per Cairo sono usciti i tre romanzi: “Non chiedermi come sei nata” (2014, vincitore del Premio Comoinrosa Opera Prima, poi divenuto uno spettacolo teatrale scritto dall’autrice), “L’amore è una favola” (2015) e “Quello che non sappiamo” (2018). Sempre per Cairo è uscito il suo primo saggio: “Alda Merini. L’eroina del caos” (2019, tra i vincitori del Premio internazionale di letteratura Città di Como per la Saggistica, diventato anche uno spettacolo teatrale). Il nuovo saggio biografia, Coco Chanel. Una donna del nostro tempo” (Cairo, 2021), è il quinto libro. Ama raccontare storie di grandi donne.

In una narrazione che all’intensità della ricerca unisce una concezione viva della memoria quale dimensione non del passato ma del presente, Annarita Briganti conduce il lettore in un vero e proprio incontro con una donna che a mezzo secolo dalla scomparsa appartiene ancora e, pienamente, al nostro tempo.

La storia di ogni grande donna è la storia delle sue guerre. Quelle di Coco Chanel sono state almeno quattro: due conflitti mondiali, le battaglie sindacali degli anni Venti e Trenta e la guerra contro i suoi fantasmi. Questa, la più cruenta di tutte, comincia con l’abbandono da parte del padre, prosegue con l’infanzia lontana dalla famiglia, «esiliata» in un convento di suore – che però, conquistato il benessere, sosterrà economicamente – e poi con la perdita di un grande amore, il più grande, e con la rinuncia a una casa vera e propria per trasferirsi al Ritz, dove il fermento quotidiano di un albergo spera possa tenere a bada il silenzio, la solitudine che da sempre l’assediano. Regina del jet-set intellettuale nella Parigi d’oro degli artisti, creatrice di uno stile immortale, diva delle sfilate internazionali, frequentatrice delle stanze del potere, amata da musicisti, poeti, aristocratici, forse in realtà Chanel ebbe due unici amici veri: le forbici d’argento che portava al collo e i suoi libri. In una narrazione che all’intensità della ricerca unisce una concezione viva della memoria quale dimensione non del passato ma del presente, Annarita Briganti conduce il lettore in un vero e proprio incontro con una donna che a mezzo secolo dalla scomparsa appartiene ancora, e pienamente, al nostro tempo. Nel suo racconto, i luoghi attraversati e i sentimenti vissuti fanno brillare gli eventi storici di luce propria, restituendoci la persona Chanel al di là dell’icona, le sue verità oltre le leggende e le polemiche, la sua forza oggi che, come mai prima, ne avvertiamo il bisogno.

Sabato 11 dicembre, ore 18.30, Villa Nobel

Incontro con Dacia Maraini vincitrice del Premio Strega e Premio Campiello, candidata al Premio Nobel per la Letteratura. Presentazione del libro “La scuola ci salverà” (ed. Solferino). Modera l’incontro Stefania Sandra, vicepreside e docente di lettere del Liceo Cassini di Sanremo. Con Francesca Rotta Gentile

La scuola ci salverà” (ed. Solferino).

Cosa è successo alla scuola? Come possiamo risollevare le sorti dell’istituzione più importante per il futuro del Paese dopo una fase difficile come quella che sta af­frontando? Dovremmo partire dagli insegnati motivati e capaci che la sorreggono nonostante i molti ostacoli e dal serbatoio di vitalità degli studenti. E poi naturalmen­te occorre ridare all’istruzione le risorse e la centralità che merita.

La scuola può fare la differenza, soprattut­to in momenti di crisi. Dacia Maraini ne è convinta e lo testimonia con il suo impegno in difesa dell’insegnamento come negli in­terventi scritti nel tempo e in alcuni intensi racconti raccolti in questo libro: “L’esame”, “Il bambino vestito di scuro” e “Berah di Ki­bawa”. Da sempre l’autrice si dedica al dia­logo con gli studenti e con i loro docenti approfondendo modelli di apprendimento e impugnando questioni di diritti e di rifor­ma. In queste pagine racconta una scuola come dovrebbe e potrebbe essere, filtra­ta dagli occhi di scrittrice, di intellettuale civilmente impegnata e anche di docente.

Storie, idee, battaglie e ricordi di una vita intera, dalle lezioni al Liceo di Palermo all’insegnamento nel carcere di Rebibbia. Un viaggio tra i banchi, anche attraverso la forza dell’immaginazione, da cui emerge l’urgenza di garantire ai nostri ragazzi un’i­struzione migliore per ridare all’Italia una concreta speranza nell’avvenire.

Sabato 15 gennaio, ore 16.30, Villa Nobel

Incontro con Hafez Haidar poeta libanese candidato Nobel per la Pace
Presentazione del libro “Le Mille e una notte”. Modera l’incontro Anna-Cristina Meinardi del Liceo Cassini di Sanremo. Con Francesca Rotta Gentile

Hafez Haidar è un docentescrittore e traduttore libanese naturalizzato italiano. Accademico emerito, presidente di diversi comitati per i diritti umani, Cavaliere della Repubblica Italiana e direttore generale internazionale della Camerata dei Poeti di Firenze è tra i principali curatori e traduttori in italiano dell’opera di Khalil Gibran. Nel 2017 è candidato al Premio Nobel per la Pace. Ha studiato filosofia greca ed araba all’Università di Beirut, si è poi trasferito in Italia dove ha studiato per alcuni mesi all’Università di Perugia e si è laureato all’Università degli studi di Milano in Lettere moderne, specializzandosi in ArchivisticaPaleografia e Diplomatica. Nel 1986 ha abbandonato la carriera diplomatica per dedicarsi all’insegnamento e alla scrittura. È insegnante presso l’Università di Pavia e ha tenuto lezioni anche presso l’Università della Terza Età di Milano e di Cesano Maderno e presso l’Accademia della Guardia di Finanza di Bergamo. Ha pubblicato libri di saggistica e di narrativa, e ha tradotto in italiano diverse opere del poeta Khalil Gibran e in arabo i libri di Oriana Fallaci. Di notevole cura la sua traduzione del 2001 de Le mille e una notte, pubblicata dall’editore Mondadori.  Nel 2002 è stato insignito del Premio letterario Basilicata, sezione Letteratura spirituale e Poesia religiosa. Nel 2006 è stato insignito del Premio internazionale Sorrento nel Mondo. Nel 2007 ha ricevuto dalla Regione Puglia il Premio al Dialogo – Tre volte Dio, ed è stato insignito del premio alla carriera Penisola Sorrentina – San Fele d’Oro, sezione Narrativa. Nel corso dello stesso anno, diventa celebre per la frase “Giù il cappuccio!”, appellata a un giovane ragazzo di origine etiope. Nel 2008 ha ricevuto il Premio della cultura e narrativa dall’Unione nazionale degli scrittori della Lombardia. Lo stesso anno è stato insignito del prestigioso premio Accademico Cesare Angelini Speciale dell’Università di Pavia. Nel 2009 ha vinto il Premio letterario internazionale Associazione chiese storiche, per la narrativa edita. Nel 2012 ha ottenuto il Premio per la Cultura IPLAC.

Nel 2014 ha ricevuto il titolo di Cavaliere dell’Ordine al Merito della Repubblica italiana per il dialogo tra Oriente e Occidente.  Il suo nome è inserito nel Dizionario comparato delle religioni monoteistiche (Piemme Edizioni) come uno dei maggiori studiosi delle religioni del Libro a livello mondiale.  Nel luglio 2017 ha ricevuto la candidatura per il Premio Nobel per la Pace.

Le Mille e una notte”.

Siamo in Oriente, terra di sogni alati, di dune dorate e di incantevoli castelli, che visiteremo per mille e una notte, lasciandoci guidare dall’immaginazione e dalla fantasia. Viaggeremo su un tappeto magico o su un cavallo alato; spiccheremo un volo spettacolare in un cielo sconfinato punteggiato da stelle e dai bagliori della luna. (…) Questo libro, adatto a tutti gli allievi che frequentano la scuola primaria e secondaria, racchiude il capolavoro della Letteratura mondiale nato in India verso la fine del VIII secolo e in Persia nel IX secolo e cresciuto in Arabia tra il XII e il XVI secolo. Ad esso si sono ispirati famosi scrittori mondiali, come J.R.R. Tolkien, autore del Signore degli anelli e Joanne Kathleen Rowling, creatrice della famosa saga di Harry Potter

Sabato 22 gennaio ore 16.30, Villa Nobel

Incontro con Matteo Nucci, finalista al Premio Strega. Presentazione del libro “Achille e Odisseo” (ed. Einaudi)

Modera l’incontro Stefania Sandra vicepreside e docente di lettere del Liceo Cassini di Sanremo. Con Francesca Rotta Gentile

Ha studiato il pensiero antico, ha pubblicato saggi su Empedocle, Socrate e Platone e una nuova edizione del Simposio, e suoi racconti sono apparsi su riviste come Il Caffè illustrato e Nuovi Argomenti. Con il suo primo romanzo “Sono comuni le cose degli amici”(2009), è stato finalista al Premio Strega. Hanno fatto seguito il romanzo-saggio “Il toro non sbaglia mai”(2011) eil saggio narrativo “Le lacrime degli eroi” (2013). Tra le pubblicazioni più recenti, il romanzo “È giusto obbedire alla notte” (2017, finalista al Premio Strega) e i saggi “L’abisso di Eros. Seduzione” (2018) e“Achille e Odisseo. La ferocia e l’inganno”(2020). Collabora con La Repubblica e Il Messaggero

 Che cosa vuol dire essere uomini? Gettarsi a capofitto contro gli ostacoli a costo della morte, o pianificare con astuzia ogni mossa? Inseguire la verità, o manipolarla? Essere Achille, oppure Odisseo?

 «Nessuno fra gli antichi Greci ignorava la profonda distanza caratteriale che divideva i due eroi. Nessuno ignorava la vita di Odisseo e la morte di Achille, l’astuzia del primo e la schiettezza del secondo, la riflessività dell’uomo maturo e l’impulsività del giovane. Il loro desiderio di uccidere la morte. L’uno schivandola. L’altro disprezzandola».

 Fin dall’antichità, Odisseo e Achille sono considerati i paradigmi di due modi antitetici di affrontare la vita. Da una parte un’intelligenza duttile, capace di adeguarsi alle circostanze per aggirare gli ostacoli, dall’altra la ferocia di chi pretende di dare forma alla realtà. Odisseo sa aspettare, sopportare, pur di salvarsi. Achille no, consuma l’attimo, divora la propria esistenza. Perché è troppo schietto, istintivo, collerico, almeno quanto Odisseo è prudente, strategico e ingannevole. L’uno rivolto al futuro, l’altro concentrato sul presente, sono entrambi incapaci di fare i conti con il passato. E sono fragili, come tutti noi e, come noi, destinati a un corpo a corpo con la loro finitezza. Ma che cos’è l’eroismo se non vivere fino in fondo la propria condizione mortale? Attraverso lo sguardo di Achille e Odisseo, Nucci racconta due visioni diverse del mondo, tanto radicate nell’immaginario collettivo da riuscire a parlare, ininterrottamente, al nostro tempo.

La redazione