SANREMO “MARTEDI’ LETTERARI” L’ESERCITO IERI E OGGI

MARTEDI’ 29 APRILE 2014  ORE 16,30 TEATRO DELL’OPERA CASINO’ SANREMO

1914-2014 I MARTEDI LETTERARI RICORDANO I CENTO ANNI DALLA PRIMA GRANDE GUERRA L’ESERCITO IERI E OGGI

Cento Anni dalla Prima Grande Guerra ai Martedì Letterari domani 29 aprile alle ore 16.30 nel Teatro dell’Opera del Casinò. Lo storico  prof. Aldo Mola, ripercorrerà una delle pagine più controverse ma anche gloriose di quegli anni bellici con il volume   “Dall’Isonzo al Piave” curato con il col. Antonino Zarcone, dell’ufficio Storico dell’Esercito. Nel ripercorrere il sacrifico di tanti soldati la linea del tempo porterà agli “eroi” di pace dell’attuale esercito con il ricordo del caporalmaggiore Tiziano Chierotti caduto nella missione di pace in Afganistan il 25 ottobre  2012  attraverso il volume “Scrivo a te”… che senso ha la vita se non quello di essere donata!” Il libro  racchiude l’ultimo colloquio tra l’alpino e il suo cappellano militare, pochi giorni prima di essere ucciso.

Completano la giornata la presenza dell’associazione Nazionale Alpini che curerà la mostra espositiva nel foyer di Porta Teatro e il recital di canti della tradizione della corale della Vallata di Ceriana.

Il volume dall’Isonzo al Piave riprende  gli atti della relazione della commissione d’inchiesta sule cause e la responsabilità degli avvenimenti dall’Isonzo al Piave,  più di mille le pagine, anche digitali (e un ulteriore Cd che riproduce le 22 tavole dell’edizione originaria),  sono state edite dall’Ufficio Storico dello Stato Maggiore dell’Esercito con il contributo della Fondazione C.R. di Saluzzo, del Centro europeo “Giovanni Giolitti” e dell’Associazione di Studi sul Saluzzese.

Il contesto, l’evento, le cause

1917: la Russia – con la rivoluzione in casa – si è tirata fuori dal conflitto. Per gli Imperi Centrali la possibilità di rinforzare gli altri fronti. .

Sulle cause dell’incubo tante risposte. La prima, senza se e senza ma, dello stesso Cadorna (si lì a poco “promosso” in un Comitato Militare Alleato, con Foch e Wilson): dito puntato su “la mancata resistenza di reparti della II armata vilmente ritiratisi senza combattere, o ignominiosamente arresisi al nemico”.

L’Inchiesta escluse responsabilità del governo e cause politiche.

Mise, invece, sotto accusa la catena di comando, tacciata di aver alimentato il malcontento nell’Esercito e nel Paese con metodi vessatori (decimazioni, condanne a morte,  ecc.), generando il collasso.

La realtà, però, fu molto diversa. Lo documentano precoci studi scientifici, quali L’importanza dell’azione militare italiana. Le cause militari di Caporetto del gen. Adriano Alberti (allestita nel 1923) e le ricerche svolte dal gen. Angelo Gatti, subito dopo il conflitto, che raccolse testimonianze su Vittorio Emanuele III, alti ufficiali e politici, in massima parte sinora inedite.

Tuttavia  la sconfitta di Caporetto, pur seguita dalla vittoria finale, fu enfatizzata .

La riedizione dell’Inchiesta – scrive nella prefazione Aldo Mola – costituisce un’apertura di credito da parte dell’Ufficio Storico dello Stato Maggiore dell’Esercito nei confronti degli studi storici e della pubblicistica nel centenario della grande Guerra. E’ un invito a misurarsi con la verità dei fatti e con la loro deformazione tuttora perdurante: pregiudizi, anziché giudizi.

La riflessione storica si allargherà sulla figura dei soldati ieri e oggi, anche attraverso il ricordo del caporalmaggiore Tiziano Chierotti, un  alpino che ha sacrificato la sua giovane vita nella missione di pace in Afganistan il 25 ottobre scorso, che rifletteva :” Io non faccio il soldato io sono un soldato…”

Il suo cappellano ha raccolto  alcune delle sue ultime riflessioni fatte una sera pochi giorni prima di morire. E’ nato così il libro “Scrivo a te… che senso ha la vita se non quello di essere donata!.”

LA LEGGENDA NEGATIVA DI CAPORETTO

Il 24 ottobre 1917 gli austro-germanici sfondarono il fronte della Seconda Armata sull’ Alto Isonzo. Fu la “sorpresa strategica” di Caporetto. Compresa tardivamente la dimensione della rotta, il Comandante Supremo, Luigi Cadorna, ordinò l’arretramento al Tagliamento e, successivamente, la difesa a oltranza sulla destra del Piave: manovra eseguita entro il 9 novembre. In primo tempo caotica e causa di enormi perdite, la ritirata divenne tenace, eroica battaglia d’arresto. Come documenta Antonino Zarcone, Capo dell’ufficio Storico dello Stato Maggiore dell’Esercito, in quelle settimane il nuovo comandante Supremo, Armando Diaz, e i suoi due vice, Gaetano Giardino e Pietro Badoglio, organizzarono la riscossa. L’Italia fece quasi tutto da sé. Si preparò a respingere la nuova offensiva  nemica (Battaglia del Solstizio, giugno 1918) e ad attaccare vittoriosamente (Vittorio Veneto,  24 ottobre 1918).

Però, pressato da chi pretendeva un’indagine parlamentare sulla “rotta”, insinuando persino complotti politici e tradimenti di generali, il  12 gennaio 1918 il governo, presieduto da Vittorio Emanuele Orlando, istituì la Commissione d’Inchiesta su Le cause e le responsabilità degli avvenimenti dall’Isonzo al Piave. Fra il 15 febbraio 1918 e il 25 giugno 1919 la Commissione tenne 241 sedute, raccolse una mole ingente di documenti e approntò la Relazione (scritta da colonnello Fulvio Zugaro con la collaborazione di Efisio Marras e altri) e la consegnò al governo (24 luglio) Il 10 agosto comparve il vol. II, inteso come denuncia a tutto tondo della condotta dei vertici militari: Cadorna, Porro,Capello, Cavaciocchi, Bongiovanni, Montuori…e di molti alti ufficiali. La polemica divenne rovente e si aggiunse a quella sulla “vittoria mutilata”. In settembre la Relazione fu discussa alla Camera, ormai prossima allo  scioglimento, mentre Gabriele d’Annunzio capitanava la Marcia di Ronchi su Fiume.

Escluse responsabilità del governo e cause politiche, dall’Inchiesta la catena di comando fu accusata di aver alimentato il malcontento nell’Esercito e nel Paese con metodi vessatori, generando il collasso morale messo a nudo dalla “rotta di Caporetto”.

La realtà era del tutto diversa, come mostrano la memorialistica  e studi scientifici, come L’importanza dell’azione militare italiana. Le cause militari di Caporetto del gen. Adriano Alberti e le ricerche svolte dal gen. Angelo Gatti, con testimonianze su Vittorio Emanuele III, alti ufficiali e politici, sinora inediti. Tuttavia  la sconfitta nella XII battaglia dell’Isonzo divenne indizio di morbo congenito e gravò come incubo nella memoria della antica Nazione dal giovane Stato. La  riedizione dell’Inchiesta costituisce una apertura di credito  dell’US-SME nei confronti degli studi storici e della pubblicistica nel centenario della grande Guerra.                                                                                                                     Aldo A. Mola

Il prossimo appuntamento è per il 6 maggio con l’Omaggio all’Europa alle ore 16.30 nel Teatro dell’Opera.  Prevista  la conferenza dell’Ambasciatore Umberto Vattani, presidente della Venice International University sul tema “L’Europa ad un bivio”. Introduce l’Ambasciatore Maurizio Moreno, presidente onorario dell’Istituto Internazionale di Diritto Umanitario.

La Camerata Musicale Ligure suonerà con strumenti originali dell’Ottocento italiano, tra cui  la chitarra Gennaro Fabbricatore, liutaio in Napoli del 1821, appartenuta a Giuseppe Mazzini . Verranno proposti tre brani scritti dallo stesso Mazzini. Momento conviviale a cura dell’istituto Alberghiero Ruffini di Arma di Taggia.

La redazione

Sanremo, 28 aprile 2014