“COVID-19” ANCORA TANTI CONTAGI UN ANNO DOPO?

COVID-19: PERCHE’ ANCORA TANTI CONTAGI UN ANNO DOPO? LA RICERCA CI RICORDA I MECCANISMI DI RISCHIO

Tutti vogliamo pensare di essere arrivati all’ultimo miglio nel tunnel della pandemia. L’efficacia dei vaccini e’ una promessa realistica che si uscira’ dal tunnel, ma quest’ultimo miglio sara’ piuttosto lungo per almeno 3 motivi: (I) i ritardi nella disponibilita’ e somministrazione dei vaccini; (II) l’incompleta se non scarsa adesione dei cittadini al piano vaccinale, purtroppo anche negli ambienti sanitari, che ritardera’ il raggiungimento di quel 65-70% di “immunita’ di gregge” che farebbe cessare o quasi la circolazione del virus; (III) intanto l’emergere di varianti del virus che contagiano piu’ facilmente e riducono l’efficacia dei vaccini in produzione.

In tale contesto, e a fronte dei dati preoccupanti dell’epidemia nella nostra zona nell’ultimo mese, l’unico modo per ridurre malattia, sofferenze, e stress sanitario e sociale e’ rinnovare l’impegno a prevenire il contagio. Come? Lasciamolo dire alla ricerca scientifica. E’ degno di nota che proprio in questi giorni, quindi dopo ormai un anno di raccomandazioni alla popolazione, il Center for Disease Control degli USA abbia sentito la necessita’ di riproporre attenzione se non allarme sui luoghi, comportamenti, ed eventi che favoriscono il contagio (vedi Tenforde MW et al, JAMA online 22 Febbraio 2021).

Circa il 50% del contagio proviene da persone senza sintomi o nella fase pre-sintomatica del COVID. Il rischio e’ particolarmente elevato in spazi chiusi e poco ventilati quando si e’ a meno di 2 metri da altre persone per piu’ di 15 minuti durante un periodo di 24 ore senza barriera fisica perche’ non si usano o si rimuovono le mascherine. In ambiente chiuso e in assenza di mascherine diventano pericolosi i “superdiffusori”, persone contagiate ma senza sintomi che trasmettono il virus intorno a se’ a largo raggio. Non e’ chiaro che cosa renda una persona un superdiffusore – forse il parlare a voce piu’ alta, o solo l’esalare piu’ profondamente emettendo percio’ piu’ aerosol, e cosi’ piu’ virus. Ma si calcola che quel 10-20% di persone che sono superdiffusori siano responsabili dell’80% dei contagi COVID.      

Tali meccanismi di contagio si riflettono nei livelli di rischio misurati per diversi luoghi ed eventi in studi caso-controllo. La frequentazione di ristoranti e bar conferiva la piu’ alta percentuale di rischio. Il rischio era piu’ basso per palestre e riunioni religiose, ed era basso o inesistente per l’ufficio, i saloni di bellezza, i trasporti pubblici, e le compere nei negozi. Per i bambini il rischio piu’ alto derivava dall’essere esposti ad una persona positiva per COVID e dall’aver partecipato a riunioni o eventi sociali con persone estranee all’ambiente familiare. La scuola in presenza non aumentava il rischio di contagio. 

Per percorrere questo ultimo miglio nel modo socialmente meno dispendioso bisognerebbe rinnovare l’impegno a ridurre il contagio. lndividui e famiglie potrebbero agire sui comportamenti modificabili che lo aumentano. Le autorita’ potrebbero intervenire con chiusure piu’ coraggiose e sistematiche delle attivita’ dove il contagio si espande, prevedendo a priori sostegni appropriati per il mantenimento e successivo rilancio di tali attivita’. E poiche’ questa e’ zona ad alto rischio per indice di vecchiaia e vicinanza al confine, la campagna vaccinale potrebbe essere accelerata. 

Mara Lorenzi per Civicamente Bordighera

1 Marzo 2021