“CNA” NO A ULTERIORE PROROGA PER LA REVISIONE VEICOLI

La Confederazione nazionale dell’Artigianato e Piccola e media Impresa ha scritto ai Ministri dei Trasporti e Infrastrutture, Paola De Micheli, e per gli Affari Europei, Vincenzo Amendola, per chiedere che l’Italia ricorra alla clausola di esonero dall’applicazione del Regolamento UE che consente agli Stati membri una proroga di sette mesi per la revisione dei veicoli. Di fatto si autorizza fino al febbraio 2021 la circolazione di un’auto che deve essere sottoposta a revisione il mese prossimo. Inoltre, con il decreto Cura Italia, il legislatore ha già autorizzato fino al 31 ottobre prossimo la circolazione dei veicoli da sottoporre a revisione entro il 31 luglio 2020.

Adottando il Regolamento UE, l’Italia introdurrebbe una ulteriore proroga che avrebbe l’effetto, alla scadenza della stessa, di intasare i centri di revisione veicoli oltre a incidere negativamente sulla sicurezza stradale considerando che il parco circolante nel nostro Paese è tra i più vecchi d’Europa con una età media di circa 12 anni e 7 milioni di auto che superano i 20 anni di vita.

La proroga fino al 31 ottobre per effettuare le revisioni auto è stata introdotta nel periodo di emergenza sanitaria più acuta. Con la riapertura di tutte le attività sono ripresi gli spostamenti delle persone che privilegiano l’impiego di mezzi propri e alla luce dei dati incoraggianti sulla diffusione del virus, la stessa proroga disposta dal Cura Italia non ha più giustificazione. Inoltre, tutti i centri di revisione privati adottano con rigore i protocolli di sicurezza.

E’ auspicabile, quindi, far ripartire in modo ordinato il mercato delle revisioni auto consentendo ai centri di revisione privati una efficace programmazione delle attività.  Occorre evitare che le imprese del settore debbano fronteggiare in poco tempo pratiche e operazioni di revisione che riguardano circa 3 milioni di veicoli. Per questo Cna chiede ai Ministri De Micheli e Amendola di non applicare la proroga di sette mesi disposta dal Regolamento UE in quanto l’Italia ha già adottato misure adeguate.

La redazione