IL DOTTOR REMO VICHI E L’AMORE PER LA MEDICINA

Non potremo salutarlo, parlare un po’ di lui, e accompagnarlo in persona all’ultima dimora a Vallebona, ma in tanti sentiamo il bisogno di non lasciarlo andar via nel silenzio.

Sapevo di lui molto prima di conoscerlo; perche’ quando tornavo qui dagli Stati Uniti, molte persone mi parlavano di questo medico meraviglioso che era la loro ancora, la loro roccia, colui che faceva visite alle 10 di sera perche’ non era previsto che si potesse lasciare qualcuno inascoltato.

Ma il modo in cui eventualmente lo conobbi testimonia un altro aspetto del Dottor Vichi: la passione per la Medicina che e’ scienza oltre ad essere arte e generosita’, e il piacere inestinguibile di acquisire nuove conoscenze e coltivare la dialettica di pensiero che esse generano. Lo conobbi al ciclo di conferenze su Biologia e Medicina della Terza Eta’ che avevamo organizzato qualche anno fa a Bordighera. Anche se era gia’ molto anziano e da tempo in pensione, era venuto puntualmente a tutte le conferenze; e non aveva perso opportunita’ di rivolgere domande agli illustri relatori per chiarire contenuti o anche sfidare qualche concetto. Con l’inconfondibile accento toscano e il garbo caloroso che lo contraddistingueva.

Il fatto che abbia ispirato suo figlio Maurizio, e anche il giovane nipote Emilio a seguire le sue orme e’ un’altra testimonianza di quanto e’ stato entusiasmante e contagioso il suo modo di concepire e praticare la Medicina. E noi tutti siamo grati che ci abbia lasciato tale preziosa eredita’.

Non lo dimenticheremo mai. E so che quando le cose saranno di nuovo vagamente normali, saremo in tanti a voler creare un’occasione per ricordarlo e onorarlo.

di Mara Lorenzi

19 Aprile 2020