BORDIGHERA – SOLIDARIETA’ AL COLLEGA MEDICO AGGREDITO E DOMANDE ALLA SOCIETA’ CIVILE

Da medico e da Consigliere Comunale a Bordighera desidero esprimere vicinanza e simpatia al giovane collega Dottor Diego De Col che il 5 Febbraio e’ stato vittima di un’aggressione mentre lavorava all’Ospedale Saint Charles. Il moltiplicarsi di episodi di violenza non solo verbale nei confronti di medici e operatori sanitari (oltre il 60% perpetrato nei confronti di donne) suscita profonda amarezza e preoccupazione; l’Ordine dei Medici di Milano ha tenuto lo scorso 1 Febbraio un convegno a Palazzo Marino per denunciare il fenomeno crescente e trovare modi per arginarlo.

Anche a livello di societa’ civile deve nascere un nuovo impegno a disinnescare la violenza che pervade i microcosmi in cui ci muoviamo. Se provo a mettere in prospettiva l’evento al Saint Charles usando il microcosmo di Bordighera, vedo la violenza contro il medico come la punta di un iceberg che ai livelli immediatamente sottostanti ha le esibizioni notturne delle bande di ragazzi che al Belvedere del Carillon e sulla Piazza della Stazione provano piacere a disturbare la quiete pubblica se non ad arrecare danni materiali. E ai livelli ancora sottostanti vedo tante interazioni sociali aggressive nei modi e nel linguaggio, che il turpiloquio e la voce alta rendono  disturbo pubblico. Sotto ancora vedo l’ignavia che sfida le regole minime di condotta civile offendendo il prossimo e l’ambiente, e cosi via.

L’iceberg e’ in rotta di collisione con la navicella di una societa’ civile che vorrebbe essere serena e dignitosa e trasmettere valori di rispetto e di ottimismo. Che cosa fare? Contro l’iceberg non basta che i Sindaci contino quante telecamere hanno installato o gli Ospedali quanti posti di polizia hanno aperto. Bisogna “penetrare” l’iceberg e far sciogliere il ghiaccio. Un’ipotesi e’ di contare sulla Scuola perche’ ha il potere unico di creare “pari opportunita’”. Prevenire le problematiche di indisciplina e violenza puo’ richiedere attenzione piu’ pervasiva alla maturazione psicologica e all’educazione sociale dei bambini.  Magari inserendo a tempo pieno nella scuola psicologi ed educatori sociali, che aiutino fin da piccoli i bambini ad acquisire e personalizzare strumenti per esprimersi ed affermarsi rispettando gli altri, e non attraverso le manifestazioni di rabbia. Questa e’ un’ipotesi, che non diminuisce il valore di tutto cio’ che consciamente vorremo fare come individui, cittadini, famiglie, associazioni sportive etc per clonare il rispetto e rifiutare la violenza.  

Mara Lorenzi per CIVICAMENTE BORDIGHERA

10 febbraio 2020