LALLA ROMANO “INCONTRO ALLA BIBLIOTECA NAZIONALE BRAIDENSE

 

Giornate Europee del Patrimonio 2014

La Biblioteca Nazionale Braidense e

l’Associazione Amici di Lalla Romano invitano all’incontro

Sabato 20 settembre 2014 – ore 11

Sala Lalla Romano

Biblioteca Nazionale Braidense

Epifanie di una vita

Gruppo di lettura sulle opere di Lalla Romano

In occasione delle Giornate Europee del Patrimonio, sabato 20 settembre alle ore alle ore 11,00 la Biblioteca Nazionale Braidense propone un nuovo appuntamento del Gruppo di lettura sulle opere di Lalla Romano, con la condivisione delle letture personali dei libri di viaggio Diario di Grecia e Le lune di Hvar (Einaudi), proposti nell’incontro precedente. Seguirà la presentazione di uno dei romanzi più importanti della scrittrice, Nei mari estremi (Einaudi), a cura della studiosa Albarosa Camaldo, con la partecipazione di Clara Monesi, presidente della Compagnia teatrale dei Rabdomanti. Coordina l’incontro Antonio Ria.

Di seguito una breve presentazione

Scrittrice fra le più interessanti del Novecento italiano, Graziella Romano, detta Lalla, nasce l’11 novembre 1906 a Demonte, un paesino della provincia di Cuneo.

 

Conseguita la maturità classica e intrapresi gli studi letterari all’Università di Torino, Lalla Romano preferisce dedicarsi in un primo momento al suo amore per la pittura, frequentando – su consiglio del suo maestro Lionello Venturi – la scuola di Felice Casorati. Esercita per vent’anni l’attività pittorica, accanto a quella della scrittura, mentre lavora come insegnante.

Incoraggiata da Eugenio Montale, nel 1941 esordisce come poetessa con la raccolta di versi Fiore. Successivamente, dopo il suo trasferimento a Milano, scrive libri di narrativa, fra cui Le metamorfosiMaria; ma è il romanzo Le parole tra noi leggere a renderla nota al grande pubblico nel 1969 e a farle meritare il Premio Strega.

La sua scrittura indaga con limpidezza e concentrazione di stile l’esistenza quotidiana, spesso a partire dalla propria, alla ricerca di uno squarcio di verità. I rapporti interpersonali nelle varie stagioni della sua vita, soprattutto quelli col figlio; e la riflessione sul senso della memoria e sul legame fra vita e letteratura sono fra i temi ricorrenti nelle sue opere: ne sono esempio La penombra che abbiamo attraversatoUna giovinezza inventata Nei mari estremi

Nei mari estremi di Lalla Romano

“Nei mari estremi” è probabilmente il romanzo più alto, più “estremo” appunto, di Lalla Romano: «forse il mio maggior libro» (come lei stessa ha poi riconosciuto), quasi alle soglie di una specie di zen letterario, in una lunga e complessa produzione, iniziata con un libro di poesia nel 1941.

E’ romanzo di amore e di morte, che narra l’innamoramento, i quattro anni di fidanzamento fino al matrimonio con Innocenzo Monti; e poi – dopo 52 anni di unione felice – i quattro mesi della fulminea malattia del marito, l’agonia, l’orrore, fino alla morte: nella sua “nudità”, nel suo “scandalo”, nella sua spietatezza estrema.

Un libro scritto – rivela l’autrice – quasi per continuare ad «essere avvolta dalla ruvida lana della dolcezza» del marito: un libro dettato, dall’«urgenza – continua – che non riguardava solo la scrittura».

Questo romanzo in definitiva narra «la difficoltà di morire», che è poi «la difficoltà di vivere: la “difficulté d’être”» (sono parole dell’autrice). Il tutto riscattato dall’amore, anche dopo la morte dell’amato, convinta – scrive Lalla Romano – che i morti «sono dentro di noi».

Un romanzo poi tutto giocato su uno stile puro, «eletto e selettivo – come aveva definito Pasolini la lingua di Lalla Romano –: la «lingua della poesia». Uno stile leggero e assoluto nel medesimo tempo.

E resta, soprattutto, in questo romanzo-inno, la dialettica sotterranea fra amore e morte che lo pervade e che ha fatto scrivere a Giulio Ferroni: «Credo che pochi canti d’amore siano all’altezza di questo intenso, disperato e insieme lucidissimo libro sulla morte».

Fervida romanziera, ha continuato a scrivere fino agli ultimi anni, nonostante la cecità progressiva. Si è spenta a Milano il 26 giugno 2001. Il Diario ultimo, pubblicato postumo nel 2006, costituisce la sua estrema testimonianza narrativa.

La redazione